lunes, 24 de agosto de 2015

Silvia Favaretto

                                               Pintura de Призрачный гиперреализм Иствана Сандорфи
    

Poesie in omaggio ad Alejandra Pizarnik




LA NOCHE DE LOS CUERPOS

Yo me he visto de cenizas
Desmigajada, impalpable
Completamente seca y gris

Yo me he visto de cenizas
Los ojos duros y vidriosos
Volviéndose polvo, barro seco.

Me he visto amasarme en tierra y piedra
Excavar hacia la luz hasta incorporarme
Levantarme del suelo en la noche oscura
Sentir una vez más el frío y el pavor.
Me he visto echar pasos tambaleantes
Recuperar de a poco vigor y fuerza
Andar por el camino
Hasta llegar a tu puerta,
y acá estoy,
mujer de carne y nervios,
para decirte
que no me mataste,
que esta vez tampoco me muero
que este goteo ha de tardar
unas cuantas horas más por lo menos.


LA NOTTE DEI CORPI

Mi sono vista di cenere,
Sbriciolata, impalpabile,
Completamente secca e grigia

Mi sono vista di cenere
Gli occhi duri e vitrei
Che diventavano polvere, fango secco.

Mi sono vista impastata in terra e pietra
Scavare verso la luce fino a tornare in me
Alzarmi da terra nella notte scura
Sentire ancora una volta il freddo e il timore.
Mi sono vista fare qualche passo vacillante
Recuperare poco a poco vigore e forza
Camminare sullo sterrato
Fino ad arrivare alla tua porta,
Ed eccomi qui,
Donna di carne e nervi,
Per dirti
Che non mi hai ucciso,
Che nemmeno stavolta morirò,
Che questo stillicidio dovrà durare
Un altro bel po d’ore per lo meno.
 





DECLARCIÓN DE INTENTOS

Dejar de ser joven,
De ser bonita,
De ser amable.
Arrojar la verdad
Como quien en serio la sabe.
Dejar de ser quien esboza sonrisas
De muecas y arrugas
Excavadas en la cera.
Hundir una y otra vez
En el pozo
Una soga
Para pescarme
O ahorcarme
Que no sé si es
Exactamente lo mismo
O si carece de sentido el tiempo.
Carecer totalmente de sentido
Y licuarme
En la embotada nada del consuelo
Encontrar en mis entrañas la chispa
Para prenderme fuego al pelo
Y prenderle fuego al centro cívico
Y a la estación.
Un poema, quizás,
como un tizón ardiendo
como una navaja que se clave
en cada uno de mis deseos.


DICHIARAZIONE D’INTENTI

Smettere di essere giovane,
Di essere carina,
Di essere gentile.
Sbattere la verità in faccia
Come chi davvero la conosce.
Smettere di essere quella che abbozza sorrisi
Di ghigni e rughe
Scavate nella cera.
Calare una volta dopo l’altra
Nel pozzo
Una fune
Per pescarmi
O impiccarmi
Che non so se è
Estattamente la stessa cosa
O se non ha nessun senso tutto ciò.
Non avere nessun senso
E liquefarmi
Nell’ottuso nulla della consolazione
Trovare nelle mie stesse viscere la scintilla
Per appiccarmi fuoco ai capelli
E dare alle fiamme il municipio
E la stazione.
Una poesia, forse,
Come un tizzone ardente
Come un coltello a serramanico che si conficchi
In ognuno dei miei desideri.

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